Il film racconta l'impegno quotidiano e costante di una comunità di giovani donne della Lunigiana, che hanno ripreso
il lavoro dei nonni, allevando una particolare razza di agnelli che fino a qualche anno fa era in estinzione.
“Le donne di Zeri” è l’affermazione che la possibilità di allevare in modo sostenibile esiste, è reale
ed economicamente percorribile.
La logica delle realtà piccole, in un'economia globale basata su grandi numeri e bilanci astronomici, può sembrare
anacronistica, eppure è l'unica via percorribile.
Questa comunità è riuscita a sviluppare un'economia su piccola scala, difendendo la biodiversità e la dignità
del mondo rurale, salvaguardando il “patrimonio di manualità” e quello delle tradizioni, e rappresenta
l'avanguardia di una nuovo modo di fare allevamento, di una filosofia di produzione di cibo attenta alla qualità
organolettica, alla sostenibilità, all'equità sociale, fondata sulla complicità e sulla fratellanza che trasforma
i vecchi consumatori in moderni co-produttori.
Chi consuma cibo deve rendersi conto che l'atto di mangiare è inevitabilmente un atto agricolo e che il modo
in cui mangiamo determina in misura considerevole il modo in cui si usa il mondo.
L'intenzione e l'idea di questo film, prende spunto dalla volontà e dal desiderio di rendere visibili modelli produttivi
ed economici eco-sostenibili con basso impatto ambientale; il mondo di domani, dopo questa crisi economica
senza precedenti, dovrà essere diverso, ed è fondamentale per noi contribuire a promuovere nuovi modelli
socio-economici perfettamente integrati con l'ambiente e la società in cui viviamo.
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